COMPRENDERE L’INQUIETUDINE

 

Molte persone si definiscono “inquieti cronici”. Ovvero tendono ad essere assillate quotidianamente da qualche tipo di pensiero o sensazione. L’elemento centrale dell’inquietudine è il RIMUGINIO. Questo elemento è il nocciolo attorno al quale ruotano tutti i disturbi d’ansia e depressivi.

Le inquietudini però non sono tutte uguali, esistono infatti vari tipi di inquietudine.

Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è la malattia del “E se poi accadesse che…”. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a preoccuparsi per molte cose diverse: denaro, salute, relazioni sentimentali, lavoro etc. In questo caso le persone passano da un cruccio all’altro senza avere mai pace. È come se fosse impossibile non preoccuparsi, prevedendo una catastrofe dopo l’altra e, come se tutto ciò non bastasse, l’arrovellamento mentale è esso stesso fonte di preoccupazione. Questo disturbo si accompagna spesso a dei sintomi fisici (somatizzazioni). Fra i più comuni si trovano: insonnia, irritabilità, disturbi digestivi, sudorazione eccessiva, agitazione psicomotoria. Questo tipo particolare di inquietudine inizia a comparire nell’adolescenza o nella prima età adulta e raramente le persone chiedono aiuto a uno psicoterapeuta, preferendo cercare delle rassicurazioni da amici o dal proprio medico di famiglia dal quale tendono a recarsi spesso lamentando malesseri fisici di varia natura.

Il Disturbo d’Ansia Generalizzato si può declinare in varie altre forme di inquietudine più specifica. Dal Disturbo di Panico in cui l’inquietudine principale riguarda la paura di stare male da un momento all’altro perdendo contatto e controllo sulla propria mente alle Fobie Specifiche come l’ipocondria (E se avessi una malattia al cuore…) etc.

Generalmente ansia e depressione sono come il gatto e la volpe, vanno a braccetto… E’ altamente probabile che una persona che soffre di qualche forma d’ansia abbia anche un abbassamento del tono dell’umore (depressione).

In questa tabella riporto alcuni tipi di preoccupazioni e disturbi d’ansia.

 

PREOCCUPAZIONE ESEMPI COSA EVITATE DISTURBO D’ANSIA
Venire giudicati dagli altri. Umiliazione, rifiuto “gli altri si accorgeranno che sono nervoso. Mi tremano le mani. Non ricorderò nulla”. Parlare in pubblico. Fare nuove conoscenze. Disturbo da ansia sociale.
Paura di una situazione specifica “Cadrò nel vuoto. Affogherò. Rimarrò intrappolato. L’aereo si schianterà. È pericoloso”. Altezze. Acqua. Insetti, serpenti, topi. Spazi chiusi. Prendere l’aereo. Fobia specifica
Lasciare qualcosa da finire. Rimanere contaminati. Commettere errori. Avere pensieri ed emozioni di cui si ha paura. “Non ho chiuso la porte. Ho dei microbi sulle mani. Se mi venisse un pensiero violento potrei tradurlo in atto”. Ripetete un’azione innumerevoli volte. Controllate e ricontrollate. Non toccate certi oggetti. Disturbo ossessivo-compulsivo
Pensare che le proprie sensazioni fisiche sfuggiranno al controllo e porteranno alla pazzia o alla sofferenza “Il cuore mi batte forte: sto per avere un infarto. Mi gira così tanto la testa che sono sicuro di cadere. Verrò preso da un’ansia così forte che non potrò fare a meno di gridare”. Stare in luoghi da cui non potete uscire (teatri, ristoranti, aerei). Spazi aperti: strade, campi, mercati Disturbi di Panico
Credere che le immagini e i pensieri intrusivi significhino che stia per accadere qualcosa di terribile “Ho avuto di nuovo davanti agli occhi l’immagine di una catastrofe: devo andarmene da qui”. Le situazioni associate con il vostro trauma iniziale: persone, luoghi, film, racconti Disturbo Post-traumatico da Stress
Pensare che il futuro sia cupo e senza speranza. Avere sentimenti e pensieri ricorrenti riguardo alla propria sofferenza. “Non andrà bene niente. Finirò col diventare un fallito. Cosa c’è che non va in me? Perché ho così tanti problemi?”. Fare qualcosa che vi aiuti: incontrare altre persone, accettare nuove sfide, porvi degli obiettivi e risolvere i vostri problemi. Depressione

Leahy,2007 pag. 7

 

 

 

PERCHE’ CONTINUO AD ARROVELLARMI?

 

Se avete un problema con l’inquietudine e con l’arrovellamento probabilmente avete sviluppato degli errori cognitivi riguardo ad essi. Questi errori cognitivi portano a sviluppare dei pensieri che spesso non fanno altro che allontanare la soluzione. Ed esempio molte persone pensano che:

 

  • Forse, se continuo ad arrovellarmi, riuscirò a trovare una soluzione;
  • Non voglio trascurare nulla;
  • Se continuo a pensarci ancora un po’, forse capirò cosa è meglio fare;
  • Non voglio essere preso alla sprovvista;
  • Voglio comportarmi da persona responsabile;

 

Da dove origina questa tendenza all’arrovellamento?

Questa abitudine spesso viene appresa dai propri genitori che erano essi stessi inquieti e iperprotettivi, oppure emotivamente distanti o deleganti al bambino un ruolo genitoriale. Queste esperienze traumatiche hanno insegnato una cosa: arrovellarsi ha senso! Ovvero il rimuginio è una strategia che la mente ha trovato per adattarsi alla realtà che considera incerta ed inquietante.

Vediamo alcuni errori cognitivi che le persone che soffrono di inquietudine riportano:

 

  • Essere convinti che arrovellarsi offra maggiori probabilità di risolvere i problemi;
  • Credere che il mondo sia pericoloso e pensare di non essere in grado di affrontarlo;
  • Rimuginare aiuta a evitare di pensare all’esito peggiore possibile;
  • Continuando ad arrovellarsi si evita di provare emozioni intense;
  • Quando ci si arrovella l’ansia si abbassa;
  • Rimuginando posso avere il controllo della situazione;
  • Rimuginando posso ridurre l’incertezza;
  • Preoccuparsi per tutto significa avere senso di responsabilità;
  • Il rimuginio aiuta ad avere il controllo dei pensieri e delle emozioni;

 

 

Questi errori cognitivi spingono alla creazione di un circolo vizioso in cui nel tentativo di uscire dallo stato di ansia si innescano meccanismi iatrogeni che non fanno altro che aumentare questa emozione fino a creare attorno alla persona una gabbia fatta di evitamenti ed emozioni inaccettabili.

 

 

AFFRONTARE L’INQUIETUDINE: cosa NON fare

 

I seguenti commenti risulteranno familiari a molti:

 

  • “Cerca di avere un atteggiamento più positivo”
  • “Non c’è niente di cui preoccuparsi”
  • “Vedrai, andrà tutto bene”
  • “Devi avere più fiducia in te”
  • “Cerca di non pensarci”
  • “Devi solo smettere di preoccuparti”

 

La maggior parte delle persone che soffrono di inquietudine hanno spesso sentito questi consigli da amici, parenti, compagni. Forse dopo averle sentiti riescono a stare meglio. Per circa dieci minuti, poi l’inquietudine ritorna e tutto ricomincia da capo. Dire a una persona che soffre di inquietudine di “pensare positivo” è come dire ad una persona che ha paura dell’acqua: “buttati, non preoccuparti vedrai che starai a galla”. Le probabilità che un consiglio di questo tipo abbia effetto è pressoché nulla!

È invece altamente probabile che se soffrite di inquietudine nascondiate (anche a voi stessi) un sé privato che nessuno conosce e che è alla base dell’insicurezza. È quello che chiamo “sé nevrotico”.

 

La sporca dozzina: le stategine che NON funzionano contro l’inquietudine

 

 

Di seguito riporto una serie di dodici strategie (errate) che con più frequenza vengono messe in atto da persone inquiete per cercare di tenere a bada i loro sentimenti.

 

  • Ricercare rassicurazioni;
  • Tentare di fermare i pensieri;
  • Raccogliere quante più informazioni possibile;
  • Controllare;
  • Evitare le situazioni che creano disagio;
  • Anestezzare l’inquietudine assumendo alcool, droghe, farmaci o abbuffandosi;
  • Impegnarsi in lunghi preparativi;
  • Ricorrere a comportamenti protettivi (“evito di fare attività fisica cos’ non sento il cuore che batte”);
  • Tentare di fare sempre un figurone. Essere perfetti;
  • Pensare e ripensare a eventi del presente e del passato (ruminare);
  • Ricercare delle certezze;
  • Rifiutarsi di accettare il fatto di avere dei pensieri che si considerano “matti”;

Tutte queste strategie cognitive non fanno altre che mantenere il circolo vizioso dell’ansia…

 

 

Quanto riportato in questo articolo ha solo valore informativo.

Se vi siete riconosciti in quanto riportato suggerisco di rivolgervi ad un professionista che saprà aiutarvi al meglio a risolvere il vostro problema con l’inquietudine.

 

 

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